Laura Facchinelli - Arte |
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È singolare che, a distanza di decenni, tu senta le esperienze giovanili così vive da riprenderle. Sembra che, nel frattempo, ci sia stata come una sospensione… È accaduto proprio questo. Ho fatto quelle esperienze, a partire dai vent’anni, per un intero decennio, poi le ho “rimosse”, nel senso anche fisico del termine: ho allontanato i miei dipinti, li ho quasi dimenticati. Perché? Per mettere in primo piano la scrittura, come dicevo. Le due espressioni potevano convivere? Sì, certo, ma volevo sperimentare “l’altra parte della barricata”. Negli anni ’80 ho fatto il critico d’arte, ho analizzato, attraverso la scrittura, le sperimentazioni artistiche di pittori, scultori, fotografi. Con attenzione meticolosa, ma anche lasciandomi andare a un rapporto diretto, istintivo, libero. È stata un’esperienza, per certi aspetti, confinante con la scrittura creativa.
E poi li hai ritrovati, i tuoi quadri… Dopo un lungo oblio, alcuni me li sono tenuti accanto con le vecchie cornici di legno i passe-par-tout di tela un po’ ingiallita. Ho riconosciuto me stessa in quella delicatezza timida, nella tecnica laboriosa. E i miei vent’anni, che ancora sento dentro, hanno acquistato una nuova fisionomia.
Ti senti ancora la stessa. Sì, e ho come recuperato la mia “matrice”. Sento che la pittura è come una metafora/specchio della mia esistenza. La cosa strana è che, comunque, le diverse modalità compositive del passato restavano slegate. Solo 4 o 5 anni fa, quando ho iniziato a tenere mostre di pittura con continuità, ho deciso di ricostruire il mio percorso artistico. Assumendo il ruolo di critico d’arte di me stessa, ho selezionato i quadri migliori, li ho fotografati e schedati, li ho ordinati per periodi. A quel punto sono diventata più consapevole della mia storia personale, con la quale mi sono presentata nel mio sito web e, nel 2009, in una mostra alla Villa Pisani di Stra.
Quali programmi per il futuro?. Proseguirò la mia ricerca artistica seguendo una certa linea che ho in mente, ma anche restando in vigile attesa: alcuni passaggi, infatti, sono indipendenti dalla nostra volontà. Proseguirò anche l’analisi delle mie opere, cercando di spiegare attraverso la scrittura le forme e le dinamiche interiori che le hanno generate. D’ora in poi non voglio perder più nulla di me stessa.
Intervista pubblicata nel libro di Laura Facchinelli La pittura e lo sguardo. Un'intervista, cinque psicoracconti, Campanotto editore, Udine 2010 |